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Distanza di sicurezza auto: cosa è e come si calcola

Regole della strada

Distanza di sicurezza auto: cosa è e come si calcola

11/12/2023

Per ogni automobilista, la conoscenza approfondita del Codice della Strada si rivela indispensabile sia per guidare in modo sicuro e consapevole sia per evitare di trovarsi in contravvenzione e ricevere multe. Una delle regole più importanti è quella relativa alla distanza di sicurezza ovvero il distanziamento minimo previsto tra un veicolo e l’altro durante la marcia.

A differenza di altri limiti, come quelli legati alla velocità, la distanza di sicurezza risulta variabile e può cambiare in base al tipo di strada percorsa, alle condizioni atmosferiche, alla visibilità e al tipo di veicolo.

Per orientarsi al meglio in quest’ambito, dunque, sarà utile fare un po’ di chiarezza: in questo articolo abbiamo sintetizzato tutta la normativa relativa al distanziamento in strada. Se desideri metterti alla guida in condizione di totale sicurezza, leggi fino in fondo!

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Cos’è la distanza di sicurezza

Le norme sulla distanza di sicurezza, piuttosto stringenti, servono ad evitare il pericolo di tamponamenti tra veicoli. Esse fanno capo all’articolo 149 del Codice della Strada e sono finalizzate a garantire la possibilità che un veicolo abbia spazio sufficiente per arrestare, anche repentinamente, la propria marcia senza correre il rischio di urtare il mezzo che lo precede. Tale spazio, definito spazio di frenata, viene calcolato sulla base di vari elementi.

È difficile mantenere sempre la distanza corretta tra i veicoli in movimento, soprattutto in condizioni di traffico intenso: pertanto, in primo luogo è necessario che ogni conducente adoperi prudenza e buon senso, evitando di accostarsi troppo a chi gli sta davanti.

Il Codice della Strada fissa le condizioni necessarie al mantenimento della giusta distanza di sicurezza tra i mezzi in circolazione. Le direttive indicate esplicitamente sono relative alla distanza da tenere in contesto extra-urbano, che non può mai essere inferiore a cento metri per strade provviste di un’unica corsia per ciascun senso di marcia e su quella da tenere nei confronti di macchine spargisale o sgombraneve, che non può mai essere inferiore a venti metri sia in città che fuori.

Più che dare numeri precisi in questo articolo cercheremo di capire da cosa dipende la distanza di sicurezza. Infatti, sul suo calcolo incidono fattori soggettivi, come la prontezza di riflessi del conducente e fattori legati allo stato e alle caratteristiche del veicolo (tipo di veicolo, corretto funzionamento del sistema frenante, massa del mezzo, eventuale presenza di carichi a bordo, livello di usura degli pneumatici, velocità tenuta). Prima ancora, però, sarà necessario valutare una serie di fattori esterni, quali le condizioni del manto stradale, i limiti di velocità vigenti sui singoli tratti percorsi, le condizioni meteorologiche e atmosferiche (con particolare attenzione da prestare in caso di pioggia intensa, neve o nebbia), le condizioni di visibilità e lo stato del traffico.

Tutti questi elementi possono contribuire a rendere più facile o difficile la frenata e l’arresto del veicolo: da essi, pertanto, dipenderà il calcolo dello spazio di frenata e, di conseguenza, quello della distanza di sicurezza da mantenere.

Come si calcola la distanza di sicurezza

Com’è evidente, l’elevata quantità di fattori in gioco e la loro estrema variabilità rende impossibile un esatto calcolo della distanza di sicurezza misurata in metri. Per questo il Codice della Strada risulta piuttosto vago in materia e si limita a indicare delle prescrizioni di valore generale. Ciononostante, un calcolo preciso e puntuale della distanza di sicurezza è possibile: ecco come e secondo quali criteri realizzarlo.

La distanza di sicurezza minima coincide con lo spazio di frenata, direttamente proporzionale alla velocità. Questo dato quadruplica al raddoppiare della velocità. Per tale ragione, se a una velocità di circa 60 km/h la distanza di sicurezza ideale sarà stimabile in circa trenta metri, a 120km/h (quindi nel contesto di un’autostrada, dove è possibile raggiungere tali velocità) la distanza minima da tenere sarà di ben 120 metri.

Chiaramente un calcolo preciso mentre si è alla guida non è possibile, così come non si possono avere dati certi sulla propria capacità di reazione e sui propri riflessi: sarà opportuno, dunque, mantenere sempre una distanza di sicurezza ampia e adeguata, non facendo mai eccessivo affidamento sulle proprie capacità di gestire il mezzo e di fermarsi in tempo. La frenata, infatti, avviene sempre con qualche istante di ritardo rispetto al momento in cui ci si accorge di dover rallentare: l’intervallo che intercorre è definito tempo di reazione e dura generalmente tra mezzo secondo e due secondi. Su di esso incidono fattori come l’età del conducente, la concentrazione alla guida, l’eventuale assunzione di farmaci, ecc. Sembra un tempo infinitesimale, ma così non è: un veicolo che procede a velocità sostenuta, infatti, in quell’attimo può percorrere anche svariate decine di metri, quanto basta, se non viene rispettata la dovuta distanza di sicurezza, per un tamponamento del veicolo che precede. Basti pensare, ad esempio, che un mezzo lanciato a 100 km orari, ossia non certo una velocità eccessiva, specialmente in autostrada, in un secondo è in grado di percorrere circa venti metri.

Gli incidenti con tamponamento, tuttavia, oltre ad essere molto pericolosi, sono in assoluto i più evitabili: basta un po’ d’accortezza nel riservarsi lo spazio di frenata necessario per potersi sentire al sicuro anche in caso di eventuali bruschi rallentamenti o interruzioni improvvise della marcia da parte del veicolo che precede.

Naturalmente, tali accorgimenti devono essere seguiti a maggior ragione in condizioni di traffico intenso, perché è sbagliatissimo avvicinarsi troppo ai veicoli che precedono e causare incolonnamenti anche su strade extra-urbane, dove, come abbiamo visto, la distanza minima di cento metri deve essere mantenuta anche in presenza di un gran numero di veicoli sulla carreggiata o di velocità ridotte.

Altri fattori che incidono sul calcolo della distanza di sicurezza

Se riflessi del conducente, tipo di strada e stato del veicolo costituiscono i principali criteri da tenere in considerazione per stabilire la distanza di sicurezza più corretta da mantenere, va detto che anche altri aspetti possono incidere in tal senso.

Tra questi vanno segnalate le condizioni dell’impianto frenante: un veicolo nuovo, con pneumatici montati da poco e adatti alla stagione e alle temperature (soprattutto in inverno, quando non tutti i veicoli montano gomme termiche) sarà in grado di frenare in maniera molto più efficace di uno più obsoleto, magari privo di ABS (Anti-bloccaggio system) o munito di pneumatici non idonei.

La tecnologia, del resto, negli ultimi tempi ha compiuto passi da gigante in fatto di sicurezza: oltre all’ABS e al miglioramento del potenziale degli pneumatici, spesso sui veicoli di ultima generazione è inserito il cruise control, sistema che permette non solo di mantenere una velocità di marcia costante, ma anche di impostare la distanza di sicurezza ideale da mantenere rispetto al veicolo che precede. In tal modo, si potrà avere la certezza di non sforare i limiti previsti e di mantenersi sempre a distanza di sicurezza, con la velocità che tenderà a calare in automatico nel caso in cui il conducente acceleri troppo o tenda ad avvicinarsi più del dovuto al mezzo davanti a sé. Va detto, però, che non esistono ancora veicoli totalmente automatizzati: la gran parte del lavoro spetta dunque ancora all’automobilista, che deve stare ben attento alla strada e ridurre al minimo qualsiasi forma di distrazione, ad esempio, tenendo il cellulare fuori dalla propria portata e servendosi sempre di cuffie o del vivavoce in caso di telefonate urgenti.

Fondamentali, ai fini della distanza di sicurezza ideale, sono le condizioni meteo: in caso di pioggia, infatti, i limiti scendono automaticamente e la distanza deve essere riadattata di conseguenza. Parliamo di 90km/h su strade extraurbane principali e 110 km orari sulle autostrade (invece degli abituali 130). Il rischio, in questo caso, è quello dell’aquaplaning, ovvero della perdita di aderenza del veicolo sul fondo stradale a causa dell’accumulo di acqua non drenata dall’asfalto, e tale da rendere la strada scivolosa e pericolosa, soprattutto se si mantengono alte velocità o si effettuano brusche frenate.

Se le condizioni atmosferiche dovessero risultare ancora più estreme, con presenza di neve o grandine, la velocità massima consentita scenderà ulteriormente e sarà bene dilatare in maniera notevole la distanza di sicurezza, perché risulterà davvero facile pattinare con le ruote anteriori del veicolo o avere difficoltà di frenata a causa della strada ghiacciata o dell’inefficacia dell’impianto frenante.

Ancor più attenzione dovrà essere prestata in caso di nebbia: con visibilità ridotta, infatti, i limiti scenderanno ad appena 50 km/h e bisognerà davvero procedere con assoluta cautela.

Con meteo avverso le regole sinora viste restano valide, ma ancor più importanti diventano i principi del buon senso: la poca visibilità e gli accumuli di acqua o ghiaccio sull’asfalto bastano infatti, già da soli, a suggerire la massima prudenza agli automobilisti e ancor di più, ai conducenti di mezzi pesanti come bus, camion, autotreni e autoarticolati. Gli standard relativi alla distanza di sicurezza, infatti, sono gli stessi per qualunque veicolo a motore (dalla motocicletta al tir), ma è ovvio che a un aumento della massa e della cilindrata del mezzo dovrà sempre corrispondere una maggiore attenzione e un maggiore distanziamento dagli altri veicoli, a causa dei più alti tempi di frenata necessari a veicoli di dimensioni più importanti.

Sanzioni previste per il mancato rispetto della distanza di sicurezza

Il mancato rispetto della distanza di sicurezza prevista tra un’auto e l’altra comporta multe e sanzioni, che possono cambiare in base alla gravità dell’infrazione. Di base, la normativa vigente prevede una sanzione pecuniaria dall’importo abbastanza ridotto (da 42 a 173 euro) per il semplice mancato rispetto della distanza di sicurezza.

La multa, però, può aumentare in maniera considerevole se l’infrazione ha causato incidenti, con conseguenti danni a cose o persone: in tal caso, si può arrivare alla perdita di punti o al ritiro della patente, passibile di essere sospesa per un periodo che va da uno a tre mesi. Anche in questo caso a fare da riferimento è l’articolo 149 del Codice della Strada, il quale norma tutte le casistiche legate a distanziamento e spazio di frenata.

Mantenere sempre la giusta distanza, rispettare i limiti di velocità, prestare attenzione a strada e altri veicoli evitando distrazioni mentre si è al volante e sottoscrivere un’affidabile assicurazione auto rappresentano gli accorgimenti fondamentali per garantire la sicurezza propria e quella degli altri utenti.

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