Fonti generali e i dati dell’Osservatorio Verti concordano nel riscontrare una crescente diffusione delle auto non termiche ma un perdurante ritardo del full electric nel mercato italiano. Fra i nostri assicurati, hanno rinunciato al motore termico soprattutto gli impiegati di mezza età dell’area padana
Nel febbraio 2024, in Italia, secondo quanto riporta Anfia, le vendite di auto a benzina sono cresciute del 33,4%, rispetto allo stesso mese del 2023, con una quota di mercato del 31,2%. Risulta invece in calo (-11,8%) il diesel, con il 14,6%. Le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 54,2% del mercato di febbraio, con volumi in aumento dell’11,3% rispetto allo stesso mese del 2023, ma le auto full electric rappresentano solo il 3,4% delle vendite. Considerando i primi 10 mesi del 2023, in Italia la quota di auto elettriche vendute rispetto al totale è del 3,9%, pari a 51.877 mezzi. Un dato in crescita rispetto alle 39.805 targhe nuove del periodo corrispondente del 2022, ma comunque basso in termini assoluti.
Insomma, le vendite di auto elettriche in Italia non hanno una quota di mercato esaltante. Lo sostiene anche il giornalista Alessandro Conti che, su La Gazzetta dello Sport, analizza vari dati per cercare di capire il motivo di questa che è un’anomalia a livello europeo. E il quadro peggiora se anziché concentrarsi sul numero di auto vendute negli ultimi tempi si considera la quota di auto elettriche sul totale dei mezzi circolanti. Qui, complice un parco auto molto vecchio (età media: 12,5 anni), si parla dello 0,4% sul totale, corrispondente a 158.131 mezzi su un totale di 40,2 milioni.
Perché le elettriche faticano in Italia?
Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non esiste una correlazione univoca fra vecchiaia del parco auto e scarsa diffusione delle elettriche. Infatti, il 57,2% di chi acquista auto elettriche proviene da un’auto con omologazione Euro 6 obbligatoria, mentre solo il 6,5% proviene da omologazioni che vanno da Euro 0 a Euro 4. In sostanza, abbiamo una parte di automobilisti che cambia l’auto con una certa frequenza, e un’altra che resta fedele alla propria per lungo tempo e non sembra intenzionata a cambiarla. Tutto questo ci porta a parlare dei prezzi della auto elettriche, che sicuramente sono uno dei fattori che ne ostacolano la diffusione in Italia. È innegabile che tali veicoli siano generalmente più costosi rispetto alle controparti a motore termico. Tuttavia, concentrarsi unicamente sui costi potrebbe offuscare una visione completa della situazione. L’Italia, infatti, registra una percentuale di vendite di auto elettriche inferiore rispetto ad altri Paesi europei con un reddito pro capite inferiore al nostro. Anche l’analisi delle colonnine di ricarica dà esiti contrastanti, visto che l’Italia non è ai vertici continentali per diffusione ma nei dati di diffusione delle auto elettriche fa peggio anche di paesi dotati di infrastrutture meno capillari.
Osservatorio Verti: diffusione quasi invariata
Rispetto alla precedente rilevazione sull’immatricolazione delle auto elettriche in Italia, che andava che dal dicembre 2021 al maggio 2023 e che ci parlava di una percentuale in crescita, gli ultimi dati dell’Osservatorio Verti, relativi all’intero 2023, ci dicono che fra i clienti di Verti la proporzione fra auto ibride ed elettriche da un lato e auto termiche dall’altro è rimasta sostanzialmente invariata. È leggermente cambiato, invece, l’equilibrio interno fra ibride ed elettriche. Se, infatti, a maggio dell’anno scorso le ibride “pesavano” rispettivamente il 5,4% e lo 0,6% sul totale (all’inizio del periodo, i numeri erano 4,3% e 0,2%), oggi troviamo le auto ibride al 5,46% e quelle elettriche allo 0,48%. Quindi, anche se gli scostamenti sono bassi e non necessariamente rilevanti da un punto di vista statistico, si intravede una possibile tendenza al rialzo per le ibride e al ribasso per le elettriche.
Sempre più Milano e Roma
Quanto alla distribuzione geografica, il primato di Milano e Roma si conferma, e anzi ne esce ulteriormente rafforzato. Se, infatti, nel periodo precedente il capoluogo lombardo e la Capitale totalizzavano rispettivamente il 19% e il 16%, nella rilevazione più recente crescono fino al 24,75% e al 18,70%. E il dato di Milano diventa ancora più rilevante se si pensa che al terzo e al quarto posto si trovano le confinanti province di Monza-Brianza e Varese (5,51% e 4,57%) e che dopo Bologna (3,61%) e Torino (3,55%) seguono, rispettivamente settima e ottava, Bergamo (2,77%) e Como (2,51%). Tutto ciò determina, a livello regionale, un chiaro primato della Lombardia (45,08% del totale). Staccato, al secondo posto, il Lazio, che però raccoglie numeri di poco superiori a quelli della sola Roma (19,38% su base regionale contro il 18,70% della sola provincia capoluogo). A seguire, Veneto (11,84%), Emilia-Romagna (7,27%) e Piemonte (4,91%). La Pianura Padana, insomma, ricopre tutte le prime posizioni, lasciando spazio solo al Lazio, e ciò non può stupire, considerando da un lato che è una zona ad alto reddito (le auto ibride ed elettriche sono mediamente più costose delle altre) e dall’altro che presenta un alto tasso di inquinamento atmosferico.
Cinquantenni “ad alto voltaggio”
Passando dalla distribuzione geografica alle caratteristiche individuali, la composizione degli assicurati Verti con auto ecologiche vede una prevalenza di uomini (56,63%) e una grande rappresentanza di impiegati, che da soli rappresentano più della metà dell’intero campione, 50,82%, mentre la seconda categoria professionale più rappresentata è quella dei pensionati con l’11,56%. Per quel che riguarda le età, si conferma la prevalenza “simmetrica” della mezza età, con un grafico che sale ad andatura regolare fino a toccare il suo vertice nella fascia 50-54 anni per poi calare con una curva molto simile a quella di crescita.
Uno sguardo, infine, alle marche di auto ibride ed elettriche più acquistate dai clienti Verti: comanda saldamente la graduatoria la Toyota con il 34,11%, accompagnata sul podio da Fiat (12,67%) e Ford (8,79%).