Il mercato italiano della mobilità elettrica tra resistenze culturali, limiti infrastrutturali e opportunità di crescita
Il mercato italiano delle auto elettriche continua a mostrare un andamento in controtendenza rispetto a molti altri paesi europei. Mentre nazioni come la Norvegia guidano la transizione verso la mobilità a zero emissioni con percentuali di immatricolazioni elettriche significative,
l’Italia procede con passo più cauto e incerto.
Secondo i dati riportati da UNRAE, infatti, le auto elettriche in Italia rappresentano ancora una porzione minoritaria del mercato, con una quota di appena il 4,2% nel 2024, corrispondente a 65.626 immatricolazioni su un totale di 1,559 milioni. A differenza di altri paesi europei dove le BEV (Battery Electric Vehicles) hanno raggiunto quote a doppia cifra, in Italia la diffusione rimane contenuta.
Nel confronto europeo, con una quota del 7,6% rappresentiamo il fanalino di coda per le auto “green”, superati anche dalla Spagna (11,4%) e molto lontani da Regno Unito (28,2%), Francia (25,4%) e Germania (20,3%).
Questo ritmo rallentato della transizione elettrica si inserisce in un contesto ancora più complesso perché l’Italia presenta un parco auto circolante tra i più vecchi d’Europa, con un’età media dei veicoli che ha raggiunto i 12,8 anni.
Le auto precedenti alla normativa Euro 4 – quindi con più di 19 anni di età – costituiscono da noi ben il 21,8% del circolante totale (8,8 milioni di veicoli), contribuendo a problemi di sicurezza stradale e impatto ambientale.
Le barriere strutturali che frenano l’elettrificazione
Ci sono diverse barriere che limitano l’adozione delle auto elettriche nel nostro paese:
1. Infrastruttura di ricarica da perfezionare. Nonostante con 54.000 punti di ricarica presenti sul territorio siamo uno dei Paesi con il maggior numero di colonnine totali, la rete di distribuzione rimane disomogenea.
Con 11 colonnine ogni 100 km di strade, l’Italia si colloca al 16° posto in Europa, lontana dalla media europea di 16,4 punti di ricarica ogni 100 km (il migliore è l’Olanda con 125,2 punti/100 km).
2. Accessibilità economica. Il divario di prezzo tra veicoli elettrici e tradizionali, seppur in diminuzione, resta un ostacolo significativo per molti consumatori italiani, specialmente in un periodo di incertezza economica.
3. Politiche di incentivazione inefficaci. La mancanza di una strategia di lungo termine per gli incentivi crea periodi di stallo nel mercato e incertezza tra i consumatori.
4. Scarsa penetrazione di auto aziendali. Come sottolinea UNRAE, in Italia le vetture business rappresentano meno del 26% del mercato, contro il 67,6% della Germania. Le flotte aziendali sono generalmente più veloci nel ricambio e più aperte a nuove tecnologie.
5. Fattori culturali e abitativi. La minore disponibilità di box e garage privati nelle principali città italiane rispetto ad altri paesi europei complica la ricarica domestica (decisamente più economica rispetto alla rete di colonnine pubbliche).
Inoltre persistono resistenze culturali legate all’autonomia percepita e alla praticità d’uso legate nella maggior parte dei casi a preconcetti o scarsa conoscenza del funzionamento.
Auto elettriche e il paradosso del mercato italiano
Si delinea così una sorta di paradosso nel nostro mercato: da un lato, la crescente offerta di modelli elettrici da parte dei costruttori, spinti anche dalle normative europee sulle emissioni; dall’altro, una domanda che fatica a decollare, orientandosi preferibilmente verso soluzioni ibride o tradizionali.
Le auto ricaricabili, elettriche o plug-in, sono 568.000 e rappresentano solo l’1,4% del totale.
La scarsa diffusione delle auto più ecologiche ci porta ad avere un valore medio delle emissioni di CO2 per le nuove immatricolazioni che si attesta a 119,1 g/km; valore ben lontano da quello medio dei 27 Paesi europei che invece è di 107,8 g/km.
Prospettive future e segnali di cambiamento
Nonostante le difficoltà attuali, alcuni fattori potrebbero accelerare la transizione elettrica in Italia nei prossimi anni:
1. Evoluzione tecnologica. I progressi nelle batterie continuano ad aumentare l’autonomia dei veicoli elettrici e ridurre i tempi di ricarica, assecondando così una delle principali preoccupazioni dei consumatori.
2. Espansione delle infrastrutture. Il numero delle colonnine di ricarica è in rapido aumento e la diffusione inizia a diventare più capillare.
3. Pressione normativa. L’obiettivo europeo di porre fine alla vendita di auto a combustione interna entro il 2035 sta spingendo l’intero settore verso l’elettrificazione.
4. Riduzione dei costi. Con l’aumento della produzione e gli avanzamenti tecnologici, i prezzi delle auto elettriche stanno gradualmente diventando più competitivi.
L’impatto delle auto elettriche e ibride sul parco circolante
La transizione verso l’elettrico rappresenta un’opportunità per ringiovanire il parco auto italiano, che è tra i più vecchi d’Europa.
Un ricambio accelerato porterebbe benefici in termini di sicurezza stradale, efficienza energetica e riduzione delle emissioni inquinanti, non solo di CO2 ma anche di particolato e ossidi di azoto che impattano direttamente sulla qualità dell’aria urbana.
Diversamente dal mercato del nuovo, che ha registrato un lieve calo rispetto al 2023 e una forte flessione (-18,7%) rispetto all’epoca pre-covid, il mercato dell’usato è in crescita, con 5,4 milioni di passaggi di proprietà registrati nel 2024, per un aumento pari al 7,4%.
Questo significa che per ogni auto nuova acquistata ne sono state comprate due usate. Mediamente, le auto di seconda mano vendute nel corso del 2024 avevano 10,6 anni, dato leggermente inferiore rispetto ai 10,7 del 2023.
Il futuro richiede una strategia integrata
Il mercato delle auto elettriche in Italia evidenzia la necessità di una strategia integrata che abbatta tutti gli ostacoli che limitano l’adozione delle BEV.
Non bastano incentivi temporanei o interventi isolati, ma è necessario un approccio sistemico che punti a rendere la soluzione dell’elettrico la più pratica, economica e appetibile.
Solo così l’Italia potrà colmare il divario con i paesi europei più avanzati nella transizione elettrica e trasformare una sfida complessa in un’opportunità di modernizzazione e sostenibilità per il sistema dei trasporti nazionale.