Quando si percorrono strade poco conosciute, quando si ha fretta di giungere a destinazione in auto o in moto, o anche quando si ignorano i limiti di velocità in vigore su un tratto di strada può accadere, per ingenuità, per inesperienza o per imprudenza, di ricevere una sanzione per eccesso di velocità rilevata da un autovelox. Le multe autovelox, tra le più sgradite dagli automobilisti, vengono comminate di fatto in maniera quasi automatica, a seguito della rilevazione dell’apposito strumento tecnologico posto su uno dei lati della carreggiata.
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Gli autovelox, in realtà, possono essere di distinte tipologie. In questo articolo ci soffermeremo soprattutto sui dispositivi di rilevazione posti su uno dei lati della carreggiata, fissi (che devono essere ben segnalati e indicati a chi percorre un tratto di strada sottoposto a costante controllo), e mobili, sistemati di solito dalla polizia locale su tratti ad alta percorrenza e soprattutto in punti a rischio, ad esempio in prossimità di centri abitati o su tratti a scorrimento veloce dove molte automobili raggiungono punte di velocità eccessive e al di sopra dei limiti previsti dalla legge. Anche in questo caso, si dovranno incontrare cartelli che segnalino la possibile presenza di strumenti di controllo elettronico della velocità, quali appunto gli autovelox. Le multe rilevate tramite l’uno o l’altro strumento sono uguali per valore e danno economico provocato.
Questo genere di multe può essere contestato in caso di inefficace segnalazione dell’autovelox sulla strada, di imprecisione dello strumento nel calcolo, dovuta generalmente a un’errata taratura, nonché di ritardo nel recapito della raccomandata che notifica l’avvenuta infrazione a casa.
Prima di capire come e quando è possibile contestare una multa con autovelox, forniremo altre utili informazioni, spiegando ad esempio come funziona questo strumento e quali siano i limiti da non sforare per evitare il rischio di sanzioni.
Un ripasso del codice della strada: tutti i principali limiti di velocità
Gli autovelox possono essere collocati su strade urbane ed extraurbane (sia principali che secondarie), nonché sulla rete autostradale, dove però è ormai ben più frequente la rilevazione attraverso il sistema Tutor. Anche quest’ultimo è comunque riconducibile alla categoria autovelox, poiché si tratta di un sistema di duplice rilevazione che funziona attraverso due sensori, posti a distanza definita, che rilevano il passaggio dello stesso veicolo. La divisione dello spazio percorso, espresso in chilometri, per il tempo impiegato produrrà come risultato la velocità media: qualora essa sia superiore ai limiti consentiti (ferma restando la deroga di tolleranza del cinque per cento) scatterà in automatico la multa, recapitata a casa del proprietario del veicolo dopo averne preso la targa.
I limiti di velocità in città sono molto stringenti: anche sulle strade più larghe e periferiche, dove potrebbe venire la tentazione di pigiare un po’ più forte sul pedale dell’acceleratore, il limite è infatti fissato a 50 km/h. Tale limite può essere innalzato, solo in alcuni tratti e attraverso apposita e ripetuta segnaletica di avvertimento, a 70 km/h, soprattutto sulle strade urbane di scorrimento. Proprio su strade cittadine e tangenziali è assai facile incontrare degli autovelox, destinati a fare ogni giorno numerose “vittime”: soprattutto su questi tratti di strada, pertanto, sarà essenziale prestare molta attenzione.
Sulle strade extraurbane secondarie, invece, il limite abituale è di 90 chilometri all’ora, mentre giunge a 110 sulle extraurbane principali, sempre provviste di almeno due corsie per ogni senso di marcia e di spartitraffico a dividere i due lati della carreggiata. In autostrada, infine, si possono raggiungere i 130 km/h, innalzati a 150 soltanto in alcuni (pochissimi) punti all’interno della vasta rete autostradale italiana, sempre in presenza di almeno tre corsie e di particolari condizioni di sicurezza.
Per i neopatentati, invece, vige il limite massimo di 100 chilometri orari di velocità massima, anche su autostrada, oltre che la decurtazione raddoppiata dei punti sulla patente in caso di infrazione. Se alla guida c’è un giovanissimo, pertanto, sarà necessario moderare ulteriormente la velocità.
Ulteriori limitazioni sono previste in caso di maltempo, poiché quando c’è forte pioggia tutti i limiti appena indicati devono essere ribassati di ulteriori 20 km/h, fino a scendere a un massimo di 50 km/h in caso di banchi di nebbia fitta, anche in autostrada o su strade extraurbane. Altre eventuali deroghe a queste regole generali possono essere previste per singoli tratti di strada (si pensi ad esempio alla presenza di lavori in corso), ma devono sempre risultare opportunamente segnalate.
Costi e particolarità di una multa autovelox
Il Codice della Strada impone il rigoroso rispetto dei limiti appena indicati. È prevista, tuttavia, una soglia di tolleranza valida anche per autovelox, corrispondente a uno sforamento del 5% della velocità massima consentita. Se tale soglia non viene superata, la rilevazione automatica dell’autovelox non condurrà a una multa. In caso di superamento dei limiti, invece, le sanzioni saranno progressive. Riassumiamo qui brevemente i costi delle multe autovelox:
- sforamento da 5 a 10 km/h rispetto ai limiti massimi consentiti: multa tra 42 e 173 euro
- sforamento da 10 a 40 km/h rispetto ai limiti massimi consentiti: multa tra 173 e 694 euro, cinque punti patente
- sforamento da 40 a 60 km/h rispetto ai limiti massimi consentiti: multa tra 543 e 2.170 euro, più sospensione della patente per brevi periodi (non oltre tre mesi) e fino a 10 punti sulla patente
- sforamento superiore a 60 km/h rispetto ai limiti massimi consentiti: multa tra 845 e 3.382 euro, più sospensione della patente per lunghi periodi (minimo sei, massimo dodici mesi) e decurtazione di punti sulla patente (anche oltre dieci).
Dopo quanto arriva una multa autovelox?
In caso di infrazione, la rilevazione dell’autovelox è automatica, ma il recapito della sanzione a domicilio può arrivare entro novanta giorni a partire dalla data dell’infrazione stessa. Un eventuale ritardo, dovuto a errori del servizio postale o di ritardi da parte delle forze dell’ordine incaricate di comminare la multa, può determinare il ricorso da parte del sanzionato. Spesso ci si rende conto di aver compiuto la violazione subito dopo aver visto l’autovelox attivo: non è possibile, però, averne la certezza fino a che la notifica della multa non sia giunta a casa.
Sebbene ci si chieda spesso dopo quanto arrivi una multa autovelox, infatti, non esiste alcun sistema per sapere in anticipo se lo sforamento del limite massimo di velocità previsto sia stato rilevato o meno dal sistema automatico.
Come e quando è possibile contestare una multa autovelox
Perché un ricorso abbia buone probabilità di successo, è bene che si verifichino alcune condizioni. La ragione più frequente dei ricorrenti è nell’assenza di segnalazione dell’autovelox; un altro possibile elemento di ricorso, poi, può consistere nell’errata redazione del verbale da parte delle forze dell’ordine, che provocherebbe il decadimento della sanzione.
Anche un autovelox gestito da società private e non da enti pubblici può essere segnalato come inefficace; in alcuni casi, inoltre, si può rendere necessaria una verifica sulla taratura dello strumento. Tale procedura, normalmente effettuata con cadenza annuale, può infatti essere stata omessa o effettuata in modo sbagliato, provocando così un danno agli utenti della strada. Poiché un autovelox mal tarato potrebbe condurre a multe ingiuste gli utenti della strada, i sanzionati hanno diritto di chiedere la verifica del suo funzionamento e, in caso di effettivo riscontro di errore, di ottenere l’annullamento della multa.
Un’ultima ragione per ricorrere contro la multa per eccesso di velocità segnalato da autovelox può consistere in ragioni di tempistica: accade spesso, infatti, che l’infrazione venga notificata ben oltre i novanta giorni previsti dalla legge, perdendo in tal caso la propria efficacia, a patto ovviamente che il ritardo sia dovuto a una carenza da parte della polizia locale o del servizio postale e non alla mancata reperibilità del sanzionato presso il proprio domicilio (in tal caso, la multa verrebbe depositata presso il più vicino ufficio postale, dove il multato ha il dovere di andare a ritirarla entro cinque giorni).
Il ricorso di una multa autovelox segue l’iter classico e può avvenire secondo due differenti modalità: la prima è quella che prevede di rivolgersi al giudice di pace, seguendo la via più semplice e rapida (la risposta definitiva, al termine dei dovuti accertamenti, arriverà entro trenta giorni), ma anche più costosa, con una spesa minima prevista di 43 euro (esclusi i costi per eventuali perizie tecniche). In alternativa, invece, ci si può rivolgere direttamente al prefetto, a mezzo posta (con una semplice raccomandata oppure attraverso una PEC). In tal caso i tempi si allungheranno a sessanta giorni. Non saranno previste spese, ma qualora il ricorrente venisse giudicato in torto sarebbe costretto a pagare l’importo della multa almeno raddoppiato.
Prima di iniziare qualunque operazione di contestazione, pertanto, si consiglia sempre di accertarsi delle proprie ragioni, al fine di evitare inutili e costose azioni legali destinate con buona probabilità a risolversi in un nulla di fatto.