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Incidenti stradali in Italia: statistiche e dati

Mondo Verti

Incidenti stradali in Italia: statistiche e dati

25/10/2023

Da nord a sud, da est a ovest: la mappa dei luoghi “sinistri” in Italia
Nuove abitudini e discrepanze territoriali: da vari dati statistici, compresi quelli dell’Osservatorio Verti, emerge un quadro sfaccettato della mobilità in Italia. Con una rassicurante indicazione di fondo: gli incidenti stradali e le vittime sono in calo rispetto ai numeri pre-Covid.

Come in tanti altri ambiti, anche nella mobilità il 2022 ha rappresentato l’anno del ritorno alla normalità. O, perlomeno, a una “nuova normalità”. Esauritesi le limitazioni alla circolazione che hanno caratterizzato il 2020 e il 2021, si è potuto finalmente riallacciare un filo, anche da un punto di vista della rilevazione statistica, con il 2019, per individuare le tendenze e capire cosa è cambiato nel frattempo.
Oltre al calo del traffico dovuto ai blocchi durante la fase emergenziale, la pandemia ha determinato degli effetti a lungo termine sulla circolazione. È cambiata, in particolare, la relazione fra i vari tipi di mobilità: quella pedonale, quella ciclistica e quella motorizzata nelle sue diverse declinazioni.

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Dopo il Covid meno pedoni, più mezzi a due ruote, sempre tante auto

Secondo l’Isfort (Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti), la mobilità pedonale nel primo semestre del 2022 è diminuita notevolmente, attestandosi al 19,7% del totale. Sono aumentati, invece, gli spostamenti in bicicletta e con mezzi legati alla micromobilità, dal 3,3% del 2019 al 4,7% del primo semestre 2022, e anche i motocicli (dal 2,6% al 4,7%).
Dunque, le due ruote, motorizzate e non, crescono, ma lo fanno a discapito della mobilità pedonale e non di quella automobilistica, che invece gode sempre di buona salute. L’Italia resta infatti un Paese con un tasso di motorizzazione tra i più elevati in Europa, con 681 auto ogni mille abitanti, e la quota dell’utilizzo dell’auto sale quasi al 65% nel 2022, in aumento rispetto ai dati pre-Covid.

In città tanti incidenti stradali, ma i più gravi sono sulle strade extraurbane

Date le limitazioni alla circolazione nel 2020 e 2021, conviene confrontare i dati del 2022 con quelli del 2019. Il rapporto Istat sugli incidenti stradali ci dice che nel 2022 si sono verificati 165.889 incidenti stradali in Italia, dato in calo del 3,7% rispetto al 2019. Ancora più marcato è il calo dei feriti (-7,4%), mentre purtroppo il numero delle vittime è diminuito solo di poco (-0,4%).
Interessante, sempre spulciando i dati del rapporto Istat sugli incidenti stradali, anche la distribuzione per tipologia di strade: gli incidenti avvengono con più frequenza sulle strade urbane (73,4%) mentre il maggior numero di vittime si ha sulle strade extraurbane (48,5%). Sulle autostrade si registrano, invece, il 5,1% degli incidenti e il 9,3% dei decessi.
A confermare che le strade più pericolose sono quelle extraurbane, arriva anche l’indice di mortalità: 4,3 decessi ogni cento incidenti, contro i 3,5 delle autostrade e l’1,1 delle strade urbane. Quanto alle autostrade, sembra che abbiano compiuto un significativo progresso in fatto di sicurezza: dal 2019 al 2022 gli incidenti sono calati del 7,7%.

Incidenti mortali: regione che vai, rischio che trovi 

La pericolosità delle strade varia anche da regione a regione. Difficile capire se dipenda più dallo stato delle infrastrutture, dalla conformazione geografica, dal clima, dal parco auto o dall’attitudine dei guidatori. Di certo, il numero di incidenti mortali e il tasso di mortalità stradale delle diverse zone d’Italia presenta delle oscillazioni molto marcate. Il rapporto Istat rivela che, a fronte di una media nazionale di 5,4 decessi per 100mila abitanti, sette regioni sono più sicure della media e le restanti tredici più pericolose. La regione con il più basso rischio di decesso per incidente stradale è la Liguria (3,8 decessi per 100mila abitanti), seguita da Lombardia (4,0) e Campania (4,1). All’estremo opposto, quindi con rischio più alto, troviamo la Basilicata (8,5) seguita dalla Val d’Aosta (8,1) e dall’Emilia-Romagna (7,0).

Grandi aree urbane: Verona la più sicura, Messina la più pericolosa

Proseguendo nell’analisi della distribuzione geografica degli incidenti stradali, ci imbattiamo in altre indicazioni interessanti. Una delle principali è la concentrazione degli incidenti nei grandi comuni. L’Istat fa ricadere in questa definizione Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Catania, e il già citato rapporto evidenzia che nel 2022 gli incidenti stradali in tali aree hanno rappresentato il 26,0% del totale (43.091), le vittime il 12,3% (390), la popolazione residente il 15,9% e il parco veicolare il 14,3% (7.679.668 veicoli).
Quindi, nella somma di queste aree, gli incidenti “pesano” di più del numero di abitanti, anche se il parco veicolare è leggermente meno numeroso. Il dato sul numero di vittime, invece, appare coerente con il fatto che si tratta di aree urbane (sebbene all’interno di questi comuni ci siano anche strade extraurbane). Per lo stesso motivo, non ci deve stupire che a fronte di un alto numero di incidenti, il tasso di mortalità sia più basso della media nazionale: 4,2 decessi ogni 100mila abitanti contro 5,4.
Ma anche in questo caso, come per le regioni, le cifre cambiano notevolmente da un luogo all’altro, andando dal 2,1 di Verona al 6,8 di Messina. Altre città sicure da questo punto di vista, oltre a Verona, sono Trieste (2,2) e Napoli (2,5). Seguono invece Messina nella classifica del rischio di evento fatale, Catania (6,0) e Bologna (5,9). Più in generale, i tassi di mortalità più alti si registrano nelle città del Centro-nord, dove si verificano anche le variazioni percentuali più consistenti.

Osservatorio Verti: a Roma attenzione ai furti, a Milano occhio ai cristalli

Lo spaccato territoriale sui sinistri si arricchisce di ulteriori indicazioni grazie ai dati dell’Osservatorio Verti basati su chi ha stipulato con noi in primis un’assicurazione auto, ma non solo. Anche qui emerge una concentrazione in alcune delle zone più popolose (ma in questo caso stiamo parlando di sinistri in generale, non solo di incidenti, e di province anziché di comuni). Il 55% dei rischi si concentra in sette province: Milano, Roma, Torino, Monza Brianza, Varese, Bologna e Bergamo.
All’interno di queste sette aree, a fare la parte del leone sono le due principali zone metropolitane. Nel 2022 sono stati denunciati a Verti 48.468 sinistri RCA, e di questi il 21,4% ha avuto luogo a Roma e il 17,1% a Milano. Su 23.038 soccorsi stradali nel 2022, il 22% è avvenuto a Milano e il 18% a Roma (totale: 40%).
Le due grandi città, accomunate dalla elevata quantità di sinistri, differiscono per la loro tipologia: a Milano si è verificata la maggioranza assoluta di sinistri cristalli (ben 3.546 su 6.177, cioè il 57%); Roma, invece, detiene il poco invidiabile primato dei furti (437 su 1.035: 42,2%). Inoltre, dei 67 sinistri gravi registrati da Verti nel 2022, ben 17 (il 25%) si sono verificati a Roma. Questo dato sembra coincidere con quello del rapporto Istat, che vede in Roma la città dove si sono avute più vittime in incidenti stradali: 124 nel 2022.
In conclusione, possiamo dire che l’Italia continua ad amare le automobili, e che si conferma, anche rispetto ai rischi che si corrono sulla strada, il Paese dei cento campanili: tante realtà diverse, tantissime variabili di cui tenere conto. Un quadro non facile da capire, ma di certo affascinante!

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